Tarocchi: una mostra racconta la storia
Il 4 ottobre, a Torino, ha aperto una mostra unica nel suo genere: la storia dei Tarocchi attraverso l’arte, evento espositivo disposto su 1000 metri quadri.
La storia dei Tarocchi raccontata attraverso documenti, libri, mazzi antichi, stampe e immagini. Una storia che che si snoda nei 600 anni di vita di questo strumento della cartomanzia: l’arte divinatoria per eccellenza. Non tutti potranno andare a visitare questa meravigliosa mostra, quindi cerchiamo di raccontarvi qualcosa qui.
Il mondo dei Tarocchi
Il progetto dell’evento mira a raccontare i Tarocchi dal punto di vista storico, artistico, filosofico, sociologico e iconografico. Le carte divinatorie, infatti, giocano un ruolo fondamentale nella storia dell’occidentale. Usi e costumi sono influenzati da questa nuova apparizione che avviene a metà del ‘400 nelle famiglie nobili dell’Italia settentrionale. Da gioco di società dal carattere “letterario e sapienziale” passano velocemente alle osterie, dove sono usate per il gioco d’azzardo. Nel ‘500 si diffondono in tutta Italia, prendendo le varie caratteristiche regionali, e oltrepassano i confini raggiungendo Francia, Boemia e Svizzera. Dal ‘600, i Tarocchi, incominciano ad apparire come vere e proprie opere d’arte, attirando l’interesse di molti artisti: pittori e miniaturisti. Solo alla fine del ‘700, le carte dei Tarocchi, diventano lo strumento divinatorio utilizzato dai cartomanti. Nel ‘900 approdano anche negli Stati Uniti e dal quel momento diventano un oggetto di crescita spirituale, utilizzati a livello globale. La mostra racconterà tutto questo rappresentando ogni singolo aspetto e coinvolgimento dei Tarocchi: il costume, l’aspetto magico, la crescita personale spirituale e la consapevolezza stimolando la fantasia e l’immaginazione del visitatore. Le varie sezioni sono supportate da materiale audiovisivo e installazioni multimediali che si potranno utilizzare grazie ad un’App studiata per l’esposizione e ai QRCode disseminati lungo il percorso espositivo.
Gli artisti dei Tarocchi
L’esposizione, curata da Anna Maria Morsucci, è stata realizzata dal Museo Fico in collaborazione con la casa editrice Scarabeo, leader mondiale nella produzione dei Tarocchi. La mostra si sviluppa su due piani in cui sono rappresentati gli artisti più autorevoli, del passato e contemporanei, che hanno contribuito alla diffusione dei Tarocchi. Non solo rappresentanti delle arti figurative come Guttuso, Gentilini o Ferenc, ma anche scrittori come Italo Calvino che ha utilizzato i Tarocchi come strumento narrativo nel romanzo “Il Castello dei Destini Incrociati” e psichiatri come Carl Gustav Jung che, dopo aver studiato attentamente i Tarocchi, li ha definiti come “immagini archetipiche che fanno parte del nostro inconscio collettivo”. L’esposizione offre anche l’occasione di sperimentare i Tarocchi come strumento per l’introspezione e fornisce i rudimenti per la conoscenza delle carte divinatorie. La chiusura del percorso è di Niki de Saint Phallecon con alcune opere che provengono dalla Toscana e precisamente dal Giardino dei Tarocchi di Capalbio. Tra le opere più interessanti ci sono il Mazzo Visconti realizzato attorno al 1451; il mazzo di Tarocchi dell’incisore Giuseppe M. Mitelli di fine ‘600; il mazzo di Etteilla; il Mazzo di Tarocchi di Arthur E. Waite, il più diffuso nel mondo anglosassone. L’opera che crea più interesse è il mazzo di carte divinatorie creato da David Bowie insieme a Davide De Angelis, esposizione in anteprima. Lungo il percorso è previsto anche uno spazio dedicato all’arte erotica dei Tarocchi.