I Tarocchi siciliani
Tra i tanti tipi di mazzi di Tarocchi, spiccano le carte siciliane, ovvero i Tarocchi di Sicilia; mistero e magia, e il mondo dell’occulto e della cartomanzia da secoli cattura l’attenzione dell’uomo; e come accade in tutto il mondo anche nel nostro paese la lettura delle carte è praticata da donne e uomini, sia da esperti esoteristi che da persone comuni, ed è da epoche remote che ogni regione ha il proprio mazzo di tarocchi, creato da rinomati artisti o da semplici popolani pieni di inventiva. Questo mazzo “regionale è antichissimo” e fu riprodotto fino agli ’70, poi se ne persero le tracce, ma ancora oggi è possibile trovarlo perchè in possesso di famiglie i cui nonni utilizzavano queste carte particolari.
Il gioco e la divinazione
Il mazzo si compone di 63 carte con decorazioni e disegni molto tipici e particolari, differenti per molti dettagli da quelli dei tarocchi tradizionali; l’uso è distinto tra arcani maggiori e minori. Gli arcani minori sempre utilizzati per giocare, mentre la divinazione viene fatta con gli arcani maggiori, come in altre regioni italiane anche in Sicilia c’è una lunga tradizione di cartomanzia, durante riunioni familiari o feste si è sempre letto nelle carte, solitamente erano le donne più anziane a conoscere i Tarocchi, e a interrogarli inoltre tempo fa le carte e i tarocchi si leggevano in casa tra amiche e appunto come già detto tra parenti, o si andava dalla cartomante consigliata da conoscenti, oggi si va sul Web, per scegliere un servizio di cartomanzia telefonica, perchè ma anche in Sicilia vi sono esoteristi e sensitivi famosi e molto bravi.
Tarocchi siciliani: la storia
Si suppone che le carte da gioco siano arrivate in Europa intorno al ’300 importate da mercanti provenienti dall’Egitto e dalla Siria; come prima tappa si parla di Valencia in seguito i Tarocchi sbarcarono a Venezia. la concezione di base dei Tarocchi fonti quasi certe l’attribuiscono al nostro paese, ovvero furono un’ invenzione italiana, alla corte dei Visconti di Milano e a Ferrara intorno al ‘400; la prima mossa fu di assemblare 26 nuove carte a un mazzo italiano di 52, raggiungendo il numero di 78 carte; le aggiunte furono: una Regina, per ognuno dei quattro semi; una serie di 21 “trionfi”, ciascuno con un’immagine differente, il Papa, l’Amore, la Giustizia, il Diavolo, la Luna, l’Angelo; e una carta, cioè il Matto con funzioni uniche.
Simbolismo occulto o semplici figure dell’epoca?
Ma ancora non è chiaro se la nascita dei Tarocchi sia legata a una necessità di comunicazione esoterica e occulta, o se invece la scelta di determinate immagini sia stata dettata dal semplice repertorio di immagini del tempo, cioè quelle immagini che diventarono le più utilizzate e diffuse nella storia dei Tarocchi; ma alchimia e occultismo erano presenti in modo preponderante e influenzavano il simbolismo iconografico dell’epoca, sia per i quadri divenuti poi noti e con loro gli artisti e i pittori autori dei medesimi, sia per gli affreschi nei luoghi di culto e nelle residenze nobiliari, sia per l’illustrazione di manoscritti e delle carte.
Diffusione in Europa
Nei primi anni del ’500, le guerre francesi furono il mezzo di diffusione delle carte, cosi i tarocchi arrivarono anche in Francia e in Svizzera, ma solo nel ‘600 in Germania, in seguito e gradatamente anche nel resto d’Europa, viaggiando di luogo in luogo il gioco fu sottoposto a molte varianti, che però mantenevano le caratteristiche iniziali tipiche. L’introduzione dei tarocchi in Sicilia secondo alcuni documenti redatti all’epoca dal Marchese di Villabianca, gentiluomo e studioso, che scrisse anche un opuscolo sui giochi praticati in Sicilia; fu il Vicerè di Sicilia Francesco Gaetani, Duca di Sermoneta nel 1663 a introdurre il gioco dei Tarocchi sull’isola. Questa teoria è smentita dal ritrovamento recente di altra documentazione antica che afferma che nel 1630 le carte dei Tarocchi erano già in produzione a Palermo. I Tarocchi siciliani sono decisamente diversi dagli altri mazzi italiani prodotti nel nord dell’italia tra il ‘400 e il ‘600; per numero di carte e struttura generale i tarocchi siciliani paiono ispirati a quelli di Bologna; e varie immagini e riporti iconografici furono sostituiti per volontà della Duchessa di Caccamo, ricca e viziata giocatrice che a sue spese fece creare i nuovi stampi; attingendo e suggerendo agli artisti ingaggiati di trarre spunto dalle Minchiate Fiorentine, un altro mazzo molto particolare.
I passaggi geografici e l’acquisizione di nuovi significati
Con il passare del tempo e i continui avvicendamenti geografici non solo i Tarocchi tradizionali, ma anche quelli legati a una particolare regione italiana subirono sensibili e incisive trasformazioni, le carte nate al solo scopo ludico,( benché cosi non fosse stato per certi contesti, come ad esempio per i Cavalieri Crociati) assunsero via via significati segreti legati all’esoterismo, alla divinazione e alla massoneria, assumendo il ruolo di messaggeri di codici segreti e di messaggi criptati; . Nel ’700 il mazzo ormai come puro gioco a Parigi era superato. Ma nel 1781, Antoine Court de Gibelin, un pastore protestante e massone, espone e diffonde la teoria che i tarocchi siano stati inventati dagli antichi egizi, nello specifico dai sacerdoti che vollero cosi salvare e tramandare le loro dottrine religiose.
Le nuove teorie
Nel suo trattato intitolato ” Il Mondo primitivo” le 78 carte non sarebbero altro che “il libro geroglifico di Thoth” nel quale sono custodite tutte le conoscenze dell’uomo; il trattato storico di Gibelin ispirò l’indovino e cartomante Etteilla creò un nuovo mazzo di tarocchi, sia le immagini, che la struttura; con il medesimo nuovo e incredibile mazzo il cartomante praticava la divinazione; ed è grazie a lui che si diffuse la nuova denominazione delle carte con la specifica di arcani maggiori per i Trionfi. i nuovi “Tarocchi egizi” si diffusero molto e rapidamente nella Francia dell’800. Più avanti di qualche decennio l’occultista Eliphas Levi sostenne che i tarocchi avevano origini ebraica ed erano connessi per simbolismo alla Cabala; negli anni ’60, altre verità su queste carte si fanno strada, e si scopre che in Sicilia venivano utilizzati i Tarocchi in un modo originale, con regole e con un mazzo di carte diversi assolutamente differenti da quelli diffusi altrove.