La lettura dei tarocchi, ancora oggi, è un mondo avvolto dal mistero. È un mestiere antico, se consideriamo l’attenzione alla divinazione. Più nello specifico, in questo articolo, vogliamo raccontarti qualcosa che riguarda proprio i tarocchi, le carte e le loro origini.
Lettura dei tarocchi: le origini
Le fonti storiche e in accordo anche il sito lachiavediside.it ipotizzano che le carte dei tarocchi furono inventate in Italia alla fine del XIV secolo e già nel XV secolo si distinguono il Tarocco di Lombardia o di Venezia, il Tarocchino di Bologna e altri. Si diffusero in varie parti d’Europa e raggiunsero il periodo di maggior diffusione a cavallo tra il XVII e il XVIII secolo.
Tuttavia si svilupparono anche teorie alternative, come quella di Antoine Court de Gébelin, secondo il quale risalirebbero addirittura all’antico Egitto. Il letterato ed esperto di esoterismo espose la sua tesi in Le Mond primitif (1871), senza tuttavia addurre prove storiche. Suppose che i tarocchi siano in realtà i Libri di Thot, codificati dai sacerdoti egizi nelle immagini simboliche dei Trionfi (o Arcani maggiori) per tramandarli sotto l’aspetto di carte da gioco.
Una teoria accreditata riconduce poi i primordiali tarocchi a un antico gioco di carte arabo. Quando i musulmani si insediarono in Sicilia nel IX secolo, infatti, portarono con loro anche alcune lamine di un gioco chiamato Naibbe. Come imposto dalla loro fede, queste tessere non portavano figure, ma solo ornamenti e numeri. Le Naibbe, arricchite di figure, ebbero la loro massima diffusione in Italia verso la metà del XIV secolo, diventando una forma primordiale dei tarocchi. Il primo documento che menziona le Naibbe nel nostro Paese è il Ludus qui vocatur naibbe (Il gioco chiamato naibbe): contenuto in un’ordinanza del Priore di Firenze del 1376, in cui si vietava il gioco delle naibbe. È questo il nome primordiale delle carte, probabilmente proveniente da nā’ib (“deputato”, nome di una delle figure del mazzo).
Leggere i tarocchi: origini del mestiere del cartomante
Fin dai tempi antichi il significato della professione del cartomante è accomunato a una persona caratterizzata da forti e innate doti sensitive e tecniche in grado di interpretare il presente, il passato e il futuro grazie alla lettura delle carte, più comunemente denominate tarocchi. Un dato sul quale concordano gli storici è che la figura del cartomante come la conosciamo ai giorni nostri si sia sviluppata nel Vecchio Continente, nel corso della metà del XVIII secolo, grazie alla pubblicazione dei primi testi specifici che trattavano l’arte della cartomanzia.
La cartomanzia trovò ampio margine di sviluppo a Parigi, furono infatti i francesi i primi cartomanti della storia moderna. Da lì, poco alla volta, arrivò in Europa anche tra alcuni dei più importanti personaggi dell’epoca, come Giuseppina Beauharnais, consorte di Napoleone Bonaparte. Pare che Giuseppina frequentasse spesso i più importanti cartomanti dell’epoca che a Parigi erano delle vere e proprie star di quei tempi.
Probabilmente la più celebre cartomante dell’800 fu Marie Adélaide Lenormand: si dice infatti che abbia contribuito notevolmente con la propria fama a diffondere l’arte della cartomanzia nel mondo.